Nuovo progetto “MCZIL”

Mariano Crispino, sociologo e musicista, porta avanti da qualche anno ricerche sulle influenze delle avanguardie artistiche nel nostro quotidiano. Come musicista da anni sperimenta “interventi dal basso” prendendo parte ai più disparati “progetti di musica collettiva” e di “gruppi estemporanei”.

Il percorso di studi musicali parte molto presto, iniziandosi ai principi di solfeggio e armonia già in età scolastica. Da li a poco arriveranno i primi esperimenti di gruppi musicali. A tutto questo si aggiunge una proficua attività live. La ricerca sonora si fonda sul presupposto che l’underground musicale e le “minoranze attive” siano portatrici di nuovi significati e che possano a loro volta aver un peso importante nella fase di definizione dei significati condivisi nella società contemporanea.

Il suo stile musicale può definirsi eclettico e mai preoccupato dalle sonorità, che di volta in volta assumono timbriche differenti. Fin dal 1992, anno in cui decide di uscire fuori dalla cantina dove provava il suo primissimo progetto, è attivo con una discreta produzione musicale che abbraccia sonorità jazz-fusion, rock ed elettroniche.

Nel 2009 ha contribuito a fondare una piccola web radio. E’ anche curatore di programmi radiofonici sul web e opinionista su riviste di settore.

eng ver:

Mariano Crispino is a sociologist and a musician; for some years experienced in music “interventions from below” taking part as a musician in many different “projects of collective music ” and “impromptu groups”. For several years he has been pursuing researches on the influences of the artistic avant-garde in our daily lives.
The path of the musical studies started very soon, with the principles of music theory and harmony already during the primary school . A little later experienced the “taking part in a band” and a constant playing live. His sound research is based on the belief that the musical underground and “active minorities” will be the carriers of new meanings and will play an important role to define the “shared meanings” in contemporary society.
His musical style can be defined as eclectic and is never bothered by the sounds, which alternately take on different timbres. Since 1992, when he decided to come out from the garage where he dreamed his very first projects, he is active with a decent music production that embraces a mixing of jazz-fusion, rock and electronic.<p>

works and skill

Buongiorno mondo ti presento “Breaking Berlin”. Ho il piacere di presentarvi ufficialmente un nuovo progetto, in veste di compositore e produttore. Le forti influenze jazz-fusion e Rock progressive sono le linee guida di questo nuovo lavoro, senza dimenticare la sperimentazione che amo tanto. Scritto e prodotto da me è una piccola nota in un mare di suoni, mosso come sempre dalla necessità di trovare nuovi percorsi e nuovi stimoli. Enjoy.

Mariano Zak Crispino solo and studio works.

personal you tube: www.youtube.com/user/bigbassmaster/video
extragloss you tube:www.youtube.com/user/extragloss1/videoss
info email: ziozak@gmail.com

Dimensioni Musicali Parallele Workshop “Perugia 18.10.2014”

Se poniamo a confronto il fiume e la roccia, il fiume vince sempre non grazie alla sua forza ma alla sua perseveranza.
Buddha

Ringrazio il Centro Geminas per lo spazio che mi ha dato e per l’opportunità. Ringrazio Anna Maria  per l’incessante supporto e fiducia che mi dà; ma soprattutto un grazie di cuore va a tutte le splendide persone che ho incontrato in questi “workshop”: dare senza nulla pretendere in cambio è la cosa più bella, condividere per la voglia di stare insieme, parlarsi con i suoni fa breccia anche nella roccia più dura. 

Voglio regalare a questo mondo, fatto d’indifferenza, ipocrisie e manie di protagonismo, uno dei tanti bei momenti vissuti sabato scorso.  In una realtà, come quella della musica italiana, dove sei tagliato fuori se non segui “la moda del momento”, dove se non conosci la gente giusta nemmeno i tuoi amici/colleghi ti supportano: perché tanto chi me lo fa fare, non ci guadagno nulla?
Per cambiare lo stato delle cose bisogna prima di tutto cambiare noi stessi; se vogliamo discutere con le persone prima bisogna imparare ad ascoltare gli altri.
Queste sono solo alcune cose che sto imparando in questi incontri.
Non aspettiamo la mano che si protende verso di noi per farci andare avanti, facciamolo a prescindere…sempre e comunque; nonostante il “mondo dell’indifferenza” che vive al di fuori e con il quale ci confrontiamo e scontriamo quotidianamente.

Non esistono regole scritte e doveri imposti esiste solo il cuore e la voglia di fare. La musica tocca le corde dell’anima e segue il ritmo del battito del nostro cuore.

grazie a tutti .
Mariano


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Spazio sonoro

Non sappiamo perché sentiamo il dovere di andare avanti con sudore della fronte tra sofferenza, malvagità e crisi. Raggiunta una meta, eliminati molti passi pericolosi dalla strada una mano invisibile e crudele getta su questa strada nuovi blocchi, rendendola irriconoscibile. Allora però arriva un uomo, che ci assomiglia, ma ha in sé una misteriosa forza visionaria. Egli vede e fa vedere. A volte vorrebbe liberarsi di questa superiore capacità che per lui costituisce spesso una pesante croce. Ma non può. Fra scherno e odio trascina in alto il pesante carro dell’umanità che oppone resistenza e si blocca fra i sassi.
Wassily Kandisky

Principi

Il landscape odierno offre nuove chiavi di lettura dell’oggetto Musicale. Da più parti la musica del ‘900 è vista come la storia della musica riprodotta, all’insegna di uno scambio ambiguo con il concetto di musica senza etichette.
La definizione terminologica della musica è al centro del dibattito che vede etnografia, psicologia, semiotica, sociologia e antropologia, dipanarsi fra le pieghe delle diverse scuole di pensiero. Tra i vari approcci spiccano quello relativista e la cosiddetta analisi testuale, tanto cara agli studi di
Middleton sulla Popular Music.

Armonia

Ci faremo guidare dai principi guida della musica/filosofia di John Cage nell’affrontare lo studio dell’armonia. Il suo merito è stato quello di superare la dicotomia “Silenzio-Suono”. Disegna nell’immaginario l’antitesi cromatica fra bianco e nero.
Silenzio: nel nostro immaginario collettivo è semplicemente l’assenza di suono; uno sfondo omogeneo sul quale possono essere costruiti, in un secondo tempo, innumerevoli eventi sonori capaci di lacerare una superficie assolutamente passiva e inerme. Non esistono cose come lo spazio vuoto o il tempo vuoto.
“Si dice che i compositori abbiano orecchio per la musica e di solito significa che non sentono nulla che arrivi alle loro orecchie. Le loro orecchie sono murate dai suoni di loro creazione. Cage, 1954” (G.Fronzi, 2014)

Anche la musica classica prevede momenti di silenzio, decisivi per l’efficacia della composizione.
Le abitudini musicali comprendono le scale, i modi, le teorie dell’armonia.
“Il nostro atteggiamento nei confronti dell’arte e l’uso che ne facciamo ci sono stati tramandati.
Adesso c’è stato un arricchimento della nostra esperienza, ma non a spese del vecchio, poiché il nuovo non prende mai il posto del vecchio. Stiamo scoprendo un altro uso dell’arte e delle cose che precedentemente non consideravamo arte. Quello che sta accadendo, che lo si accetti o meno, che la distanza tra arte e vita sta diminuendo sempre più”. (G.Fronzi, 2014)

A Toronto nel 1968, insieme a Duchamp, crea un “Sound-Environnement” spazio acustico, attraverso i movimenti delle pedine della scacchiera, su cui i due giocano; realizzano, potremmo dire, la sintesi del concetto di Ready Made e dell’affermazione, cara a McLuhann, “The medium is the message”.

Introduce l’elemento aleatorio, come gesto demiurgico improvviso e non razionale.
Demiurgo, artefice, artigiano: ha il compito, come da tradizione platonica e socratica, di plasmare secondo la sua concezione filosofica, di modificare il mondo sensibile dell’esperienza secondo un modello ideale. È un ordinatore del cosmo.
Attraverso questo passaggio del pensiero di Cage c’è il ritorno alla filosofia Zen (Libro dei mutamenti). L’artista Kengiro Azuma parla dell’antica arte del gesto: consiste nella stesura di un segno di china o qualsivoglia inchiostro su ampi fogli di carta ove il gesto manuale è assolutamente libero d’ogni volontà organizzatrice. La mano crea ciò che la mente non ancora immaginato o partorito (es.Pittura Gestuale).

“Ogni informazione che il soggetto coglie dalla costellazione di stimoli presenti nell’ambiente assume un significato e un valore più o meno elevato in rapporto con il contesto in cui il soggetto stesso si pone nel momento in cui la coglie: […] il rapporto che si crea fra il soggetto (l’individuo) e l’oggetto compreso nel contesto sociale in cui l’individuo inserito deve essere interpretato in tale situazione.” (Palmonari,1995)

Nel quotidiano l’individuo è legato a una cultura, è partecipe di diversi gruppi sociali: è pronto a difendersi da tutte le informazioni estranee al suo contesto di appartenenza.
Nel loro stare insieme, far parte di un determinato gruppo, condividere una conoscenza comune, le persone gettano le basi per creare delle rappresentazioni collettive di un certo fenomeno, come la religione, il diritto, la scienza ecc …
L’individuo è un soggetto attivo che elabora le informazioni che riceve orientandole in categorie, attribuisce loro significati diversi. Interpreta e ordina le informazioni, che riceve, tenendo conto delle loro caratteristiche di base e delle aspettative. Il contesto storico contribuisce a quello relazionale collaborando alla definizione delle nostre esperienze.
L’uomo, che di per sé è un ricercatore di coerenza; è spinto a trovare un equilibrio tra il suo sistema di credenze con quello degli altri. Gli atteggiamenti delle persone mutano in relazione a questo stato di equilibrio: cerchiamo coerenza nel momento in cui un nuovo evento mette in discussione le nostre credenze.
La teoria della Dissonanza cognitiva di Festinger, analizza i cambiamenti di atteggiamento, che rimanda alla teoria di Heider: si fonda sullo studio delle strategie che un soggetto impiega per raggiungere una coerenza, un equilibrio, con l’ambiente che lo circonda.
Durkheim sosteneva che la sociologia deve occuparsi delle “rappresentazioni collettive”mentre relegava alla psicologia il ruolo di analizzare i “fatti individuali”.
Con il termine Rappresentazioni collettive intendiamo un’insieme molto vasto di prodotti della mente: includono molti fatti (la religione, i miti, la scienza), ogni idea espressa da una comunità un modo specifico di esprimere la propria conoscenza.
“Perché i nostri atteggiamenti siano, o ridivengano, coerenti con i nostri comportamenti cerchiamo di attenuare il conflitto fra due elementi cognitivi incompatibili che, nel corso dell’interazione con l’ambiente, divengono contemporaneamente presente nella nostra mente.”(Palmonari, 1995)

Per meglio comprendere la portata della provocazione in atto nella visione compositiva di Cage bisogna fare un passo indietro e tornare al concetto di “musica sperimentale” in opposizione allaconcezione dello studio della musica di Adorno.
L’impegno di Cage è quello di aprire la musica a tutto ciò che prima non era considerato tale, quindi al rumore e al silenzio, facendo crollare ogni barriera tra musica e realtà esterna ad essa, tra suoni organizzati in senso tradizionale e suoni riprodotti. Con il “nastro magnetico” rifiuta di accettare come definitivo il sistema acustico relativo alla creazione musicale tout-court; è stato
utilizzato non solo per registrare le esecuzioni musicali ma anche per creare una nuova musica.

Spazio sonoro totale.

Dalla metà del 20’ secolo, la densità crescente di informazioni e la sovrabbondanza di stimoli provenienti dalla società dei media lascia sempre meno spazio all’auto percezione.
Per questo motivo il silenzio vuoto diventa metafora del bisogno di uno spazio di riflessione non codificato. Ritorna l’esempio dei “Non luoghi” di Marc Aug1993 dove si insinuano quelle che potremmo definire Muzak, i jingle pubblicitari.
Cage offre, nell’alternanza delle chiavi di lettura, riferimenti al Futurismo di Marinetti, ai suoi intervalli radiofonici: “fintanto che è prevista una trasmissione devono per forza uscire suoni dalla radio”: Punto di partenza dell’avanguardia è il concetto di Ready made: oggetti di uso comune estrapolati dal loro contesto abituale e rielaborati in modo da svelare la loro natura artistica al mondo. Alla
base di questa strategia si pone il concetto di negazione che pone in essere una contraddizione: negando di essere arte, il Ready-made lo diventa. Carl Hausmann vede nel movimento il punto neutro tra contenuto e forma.
La natura stessa del movimento tende a negare ogni tipo di progetto. Le tattiche sono molto diversificate. In Tzara assume una funzione spirituale, mentale o emotiva, vicino a uno stato d’animo estraneo allo sviluppo storico della società. Si pone a metà strada tra la metafisica e il cabaret: “I veri Dada sono contro Dada.
Questo atteggiamento li porta a liberare la propria soggettività individuale (la spontaneità da cui deriva il richiamo all’infanzia). La logica della contraddizione non fine a se stessa, favorisce la catarsi dell’uomo.
Le materie di scarto, le esibizioni oscene, la fontana di Duchamp, sono il risultato figurativo della teoria della negazione. Cancellare l’esistente, rifiutare ogni tipo di convenzione per quanto piacevole prestano il fianco a delle critiche.
Concludiamo con quanto afferma Rediguet che polemizza con l’ostinata ricerca dello scandalo che rende schiavi del pubblico, come gli altri artisti di successo. Attaccando l’intera cultura si finisce per attaccare anche se stessi. Attaccando ogni principio, il più accettabile sembra essere quello di non averne nessuno.


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